Un’esperienza al bosco di Gabbara. Ripartire dal territorio

Per un giorno gli alunni delle classi 3 AC e 5 AC si sono immersi nella dura vita dei minatori e dei carusi, recandosi nel parco mineralogico di Gabbara, presso San Cataldo.

Il parco, immerso nel verde, tra pini ed eucalipti piantati dopo la chiusura delle miniere, ha permesso agli studenti di conoscere la vita di chi, già in giovanissima età, lavorava duramente. Nella seconda metà degli anni Trenta del XIX secolo, il sito faceva parte dell’area mineralogica più sfruttata, che forniva il 90% delle risorse di zolfo mondiali, insieme ad altre zone delle province di Caltanissetta, Enna e Agrigento.

L’ingegnere Antonio Falzone ha in modo chiaro e competente illustrato ai ragazzi tutta la triste storia delle cave di zolfo che ha segnato la realtà dell’entroterra nisseno tra l’Ottocento e il Novecento.  Caltanissetta era al centro del commercio dello zolfo, che ha portato all’economia siciliana un periodo di grande floridità, basata però sullo sfruttamento degli uomini.  I Francesi bramavano lo zolfo siciliano per l’acido solforico, gli Inglesi per la polvere da sparo e, usato in medicina da tempo immemorabile e anche a scopo bellico dai Romani, veniva impiegato per la produzione del sapone di Marsiglia e per il gesso.

L’incessante salire e scendere dei minatori, caricati fino allo sfinimento, ha ispirato scrittori come Verga e Pirandello a narrare e documentare, attraverso novelle e racconti, le storie penose dei carusi e la brutalità della vita in miniera. “Ciaula scopre la luna” è una novella che fa parte della raccolta “Novelle per un anno” di Pirandello in cui si racconta la storia di un caruso, Ciaula, vittima di una società ignorante e ingiusta, che uscendo dalla miniera si commuove alla vista della luna che illumina la notte. La commozione di Ciaula è stata perfettamente rappresentata dal mimo Lino Pantano.  

Molto interessante la visita delle gallerie: percorrendo vie impervie e discenderie oscure gli studenti  hanno quasi percepito per un attimo il peso e lo sforzo dei minatori.

La guida ha, infine,  spiegato con precisione il funzionamento dei forni e la loro evoluzione.

È stata un’esperienza magnifica e un momento di grande riflessione. Il luogo splendidamente curato ha dato agli studenti l’opportunità di trascorrere una giornata diversa dalle altre, immersi nella natura.

La visita ha suscitato molta curiosità che merita di essere ulteriormente approfondita, anche perché si tratta di una storia che ci riguarda molto da vicino. L’approccio all’esperienza culturale è stato di carattere interdisciplinare: in questa giornata particolare gli studenti hanno potuto seguire una lezione di letteratura italiana attraverso la rappresentazione di Ciaula, ma anche di storia, di scienze della terra e di chimica.

È stata un’esperienza positiva, che ha apportato un arricchimento del bagaglio culturale, ma, soprattutto, ha rappresentato un’occasione di ripartenza e di rinascita dopo la lunga fase di didattica a distanza. È stato l’inizio di un ritorno alla normalità, che ha favorito la conoscenza tra alunni di classi differenti e il rafforzamento dei rapporti tra compagni e docenti.

 

                                                                         Elide Saia (III A c) e Chiara Curcuruto (V A c)